Goya, Duchessa d’Alba, 1795, olio su tela 194x130 cm, Collezione De Alba, Madrid.
E’ Maria Teresa Cayetana de Silva, la Duchessa d’Alba, quella qui ritratta. Fiera, consapevole di avere il sangue molto blu fu seconda solo alla regina per titoli e nobiltà dinastica. Erede di un’immensa fortuna, bella e stravagante. Fu il centro di molti pettegolezzi alimentati dal fatto che fosse solita frequentare le corride e travestirsi da popolana per intrufolarsi nei quartieri più malfamati.
Nel 1795 la duchessa ha 33 anni, è sposata da 13 e non ha avuto figli. Goya ne ha quasi 50 ed è appena stato nominato direttore del corso di Pittura presso l’Accademia Reale di Madrid. E’ reduce da una lunga malattia che lo ha reso completamente sordo quando il duca d’Alba lo contatta per affidargli l’esecuzione del suo ritratto e di quello della consorte, la duchessa appunto. Con questa commissione Goya si conferma il grande ritrattista ufficiale dell’aristocrazia spagnola.
Nel ritratto Maria Teresa Cayetana ha dei lunghi capelli neri e un abito elegante e vaporoso bianco. E’ ornato da due grandi fiocchi, uno è sui capelli, l’altro sul petto. Sono di un rosso vivace che spicca su tutto, così come lo sono la fusciacca alta che le cinge la vita e la collana di corallo al collo. Il cagnolino ai suoi piedi porta anch’esso su di una zampa un fiocco altrettanto rosso.
Sulla sabbia un’iscrizione: “A la duquessa de Alba Fr. De Goya 1795”. La duchessa indica in quella direzione ma forse, più che l’iscrizione rivendica il terreno che le appartiene.
L’anno seguente al ritratto la duchessa resta vedova e si trasferisce a Sanlucar, Goya la raggiunge per un ulteriore dipinto.
“Un giorno- racconta Goya ad un amico- è entrata in studio e mi ha chiesto di truccarle il viso. Mi è piaciuto molto di più che dipingere una tela.“ Come detto, lei è eccentrica, capricciosa ma è piena di charme e questo ha alimentato molte dicerie su di una possibile relazione clandestina tra il pittore e la nobildonna identificando addirittura in lei la modella per la Maya vestida e quella desnuda. Tale sospetto è però smentito da numerosi documenti.